Don Chisciotte

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– WgP © 2012

 “Don Chisciotte” è la seconda opera realizzata del “Trittico”. Qui l’idea della rappresentazione della lotta tra il bene e il male, sintetica in “Giorgio e il Drago”, diventa molto più complessa e ricca di simbologie. In una ambientazione di cupa battaglia con rossi infuocati, la lotta tra il cavaliere “Eroico” e la rappresentazione del male (il Drago che genera guerrieri) è decisamente “impari”. Diversamente che nel romanzo Don Chisciotte immagina nella sua mente il mulino (che si intravede dietro al Drago) trasformarsi un essere “mostruoso” con la corporatura di drago ma dalle testa più indefinita di altre bestie. Nonostante ciò Don Chisciotte si getta contro la fiera con impavido coraggio trascurando gli impedimenti di Ronzinante (che cerca di trattenerlo con le zampe nel mantello) e di Sancho Panza che lo ostacola sdraiato per la paura. I guerrieri generati dalle ali del Drago sono il simbolo di tante diverse piccole forme di male in relazione al male più grande e potente del Drago. Essendo la “Belva” frutto dell’immaginazione di Don Chisciotte, io ho voluto rappresentare con dei guerrieri sempre diversi le nostre grandi e piccole paure, in relazione alla vita in generale; rappresentando il coraggio di cui avremmo bisogno. Anche qui, come in “Giorgio e il Drago” la lotta è tutt’altro che risolta: L’animale ferito dalla lancia del  “Cavaliere errante” vacilla sulle zampe ma basterà quella ferita a trattenere tutta la potenza di cui il male dispone?