Parlare di un argomento in cui la Fantasia è il centro dell’attenzione è cosa ben difficile e complicata, per la complessità ma anche soggettività dell’argomento. Io lo farò con molta umiltà ma voglio “spendere due parole” a favore di un genere Artistico che pur richiedendo un grande sforzo di Fantasia e capacità tecniche non indifferenti, viene da molti, che si considerano esperti e conoscitori dell’Arte, trattato come un genere artistico “minore” rispetto alla grande “Arte” con la “A” maiuscola. Il mio modesto e umile parere viene comunque da una persona con più di cinquantanni che ha impegnato moltissimo tempo nella lettura di libri di ogni genere e che studia la storia dell’arte sin da giovanissimo. Non vuole essere assolutamente “terreno” di polemica, ma una riflessione sull’incomprensibile atteggiamento generalizzato a delineare continuamente classifiche critiche su quello che vale di più o di meno (rendendo “il classificatore” come “l’intenditore” di turno). Io credo invece che l’analisi delle diversità dei generi e la ricchezza dei loro contrasti e interazioni sia l’unico vero modo di valutare un processo artistico, portandolo all’attenzione di chi non avuto ancora la possibilità di fruirne. La letteratura e i quadri in stile “Fantasy” sono un interpretazione in ambientazione Fantastica di tutti quei temi che è la vita nel suo complesso, recuperando e ponendo quesiti di riflessione su valori ormai “schiacciati” dal cinismo contemporaneo del ”tutto è uguale” e dove i confini di ciò che è bene e ciò che è male sono diventati molto approssimativi. Nella letteratura “Fantasy” e “fantascientifica” (da cui deriva lo stile dei quadri), al di là della “coreografia” del racconto epico si possono riscontrare con un attenta osservazione vicende umane per niente “trascurabili”, con grande forza espressiva nella caratterizzazione dei personaggi, nella citazione di quesiti Filosofici, nella rappresentazione di storie umane drammatiche e incredibilmente attuali, reali nonostante lo “straniamento” dell’ambientazione inesistente. Io non riesco a vedere tutta questa differenza di qualità artistica dalla letteratura classica che ho letto abbondantemente prima di arrivare al “Fantasy”, mi sembra che i confini dell’invenzione e di ciò che possiamo considerare fantastico siano molti più sfumati, a partire dai grandi classici greci. Ho come l’impressione che ci si fermi troppo facilmente all’aspetto stilistico, al “mi piace” o “non mi piace” indipendentemente dall’attenta valutazione dei contenuti e dei significati. Volendo “a forza” far coincidere “Forma” e “Contenuto” quando la realtà di tutti i giorni è piena di esempi dove i comportamenti e l’aspetto formale non coincidono affatto con i valori messi in gioco. Ovviamente questo mio piccolo testo non è rivolto a chi più sapientemente di me tratta argomenti collegati all’arte e nemmeno a chi “sapientemente” ama “solo il cinema prima della guerra” o “per me l’unico vero artista è Picasso” oppure “dopo Stravinsky la musica è morta”. Questa lettera vorrebbe essere motivo di riflessione per tutti quelli che chiusi nell’abitudine fanno (anche inconsapevolmente) sempre la stessa scelta di genere, dando per scontato il loro gusto estetico fermo nel tempo. Io penso che ogni tanto valga la pena di “rischiare” e provare a leggere un libro diverso dal solito (fino in fondo), “azzardare” la visita a un Museo, anche se si pensa che sarà noioso. Insomma provare un esperienza artistica diversa dal solito e chissà che magari non restiamo sorpresi dalle nostre reazioni, scoprendo in noi uno di quei mondi fantastici che il “genere” Fantasy descrive con tale precisione da farlo sembrare reale.
WgP