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“Ben Hur” è un opera ricca di dettagli, è un “quadro colossal” che vuole restituire tutta l’atmosfera delle gare nel circo romano, per il divertimento del “potere” e del “popolo”. Ma trasferite in un futuro immaginario, dove il male è ancora molto presente in tutte le sue manifestazioni, guerra compresa. Il personaggio che dà il titolo all’opera è una parte piccola del quadro ma è il perno centrale intorno al quale si svolgono tutte le azioni che portano al significato del lavoro. La lotta cruenta delle due bestie in primo piano (animali fantastici da laboratorio) esplicita la lotta tra il bene e il male, replicando la contesa dei loro conducenti (piloti). In una suddivisione netta, anche cromatica: bianco e nero, luce e ombra. La bestia bianca di Ben Hur è il vero protagonista del quadro, ferita e cattiva sembra attaccare lo spettatore, come a rimproverarlo di non fare abbastanza per migliorare il mondo. Ben Hur e il suo avversario non sono che gli interpreti di un ruolo scenico in un mondo immaginario. Il quadro non vuole reinterpretare la famosa sfida (già troppo bene interpretata in altre occasioni) ma vorrebbe essere un omaggio in una chiave stilistica nuova, proiettata in un tempo indefinito molto più avanti. Il potere sulla tribuna in aggetto è un potere tutto al femminile (aperto alle personali interpretazioni è il segno delle tendenze attuali). Cortigiani in costume rendono l’atmosfera “buffonesca” ma non per questo meno rappresentativa della lotta in corso. Come del resto nella vita reale situazione farsesche si accompagnano spesso a eventi molto drammatici. |